About
Su di me
Chi sono, da dove vengo, dove possiamo andare e quale etica mi guida.

Ho provato a essere una coach convenzionale ma non ci sono riuscita. Per fortuna!
Oggi mi guida un approccio integrato che modello sulla singola persona.
Non mi sono mai rispecchiata in un approccio rigido e procedurale da applicare in maniera indifferenziata a tutte le persone.
Ogni essere umano arriva nel Coaching con paure, desideri, necessità ed aspettative differenti, e queste devono trovare risposta in questo spazio.
Per questo ho sviluppato, dopo la mia formazione di base in Coaching e Programmazione Neuro-Linguistica, un approccio integrato che permette di lavorare su obiettivi, senso di identità, percezione del sé nelle relazioni, identificazione di uno scopo, identificazione delle proprie attitudini, a seconda dei casi.
Formatrice e trainer aziendale
La mia prima parte di vita lavorativa mi ha visto insegnare all'interno di una scuola di Coaching, dove ho avuto l'opportunità di diffondere concetti di grande importanza per tanti esseri umani.
Nello stesso periodo sono stata anche trainer in aziende di ogni genere e dimensione per formare manager e dirigenti su temi quali comunicazione efficace, definizione e condivisione degli obiettivi, sviluppo della grinta in sé e negli altri e molto altro.
Sono:
- Figlia di un imprenditore.
- Arrivata da tre anni di studio di marketing e comunicazione.
- Sopravvissuta a un decennio di inutili interrogativi mentali mal posti che non mi hanno mai portato da nessuna parte.
Mio padre imprenditore, gli studi di marketing e un passato di indecisione
Mi occupo dei temi della crescita personale con un forte orientamento alla pratica e all’efficacia. Il mio compito ogni giorno è quello di trasformare ciò che spesso è solo spunto di riflessione in spunto di azione.
Per quanto la creazione interna (il progettare con la mente, per capirci) sia importante, il cambiamento avviene solo quando questa si traduce in creazione esterna, cioè in azione intenzionale.
Ogni percorso di Coaching inizia con la definizione di ciò che vuoi ottenere. Non ci ragioniamo sopra e basta, facciamo sì che ciò che hai (o avrai) in testa accada.
Non condivido il concetto di accettazione che si conclude con la passività. Non aiuto le persone ad accettare ciò che non le soddisfa, le aiuto cambiarlo.
Sono Licensed NLP Coach™ e Licensed NLP Trainer™ laureta in psicologia.
Dopo due intense esperienze nel mondo aziendale, prima a Londra poi a Milano, il mio percorso per arrivare a svolgere questa professione, si è concluso negli USA dove sono stata certificata da Richard Bandler, uno dei tre fondatori della Programmazione Neuro-Linguistica.
Per anni ho lavorato come trainer e formatrice per una società di Coaching con base a Firenze; in quegli anni, oltre a formare altri coach, ho svolto la mia attività di formazione in aziende quali Ruffino, Kering, Menarini e molte altre.
Chi mi ha dato il titolo di Coach?
I principi che mi guidano
1. I pensieri non sono fatti e non devono sempre essere positivi.
2. Ascoltare le emozioni non significa necessariamente assecondarle.
3. L’azione viene prima, poi arriva la fiducia in sé, non viceversa.
4. Gran parte di ciò che pensiamo faccia parte del ‘nostro essere’ è invece la conseguenza di ciò che abbiamo fatto ripetutamente, quindi un comportamento appreso.
5. Possiamo cambiare il comportamento appreso se siamo disposti a tollerare una dose di disagio nella fase di passaggio dal vecchio al nuovo.
6. Prendere la decisione giusta è la parte meno importante, perché ciò che conta è quello che facciamo a partire dal momento in cui l’abbiamo presa.
7. Se proprio vogliamo prendere la decisione giusta, dobbiamo sapere cosa in futuro ci farà considerare quella decisione come tale.
8. Quello che percepiamo come conflitto interno è spesso la nostra umana natura di esseri costituiti da più parti che non sempre vogliono la stessa cosa.
9. Possiamo far dialogare quelle parti se diventiamo abili nella negoziazione interna.
10. Non è funzionale fregarsene completamente del giudizio degli altri.
11. Il problema non è quasi mai l’emozione ma ciò che proviamo verso di noi mentre stiamo facendo esperienza di quella emozione.
12. Nella definizione della nostra identità i processi che sosteniamo per raggiungere qualcosa hanno più valore rispetto a ciò che raggiungiamo effettivamente.
13. L’abilità più importante che possiamo apprendere è quella di relazionarci a noi stessi (soprattutto quando non siamo nella nostra versione più splendente)
Bonus: uscire dalla zona di comfort non fa crescere, anzi indebolisce se non vine fatto con criterio.